Giuseppe Berto nasce a Mogliano Veneto, il 27 dicembre 1914 e muore a Roma il 1º novembre 1978.
Sceglie di vivere parte della sua vita in Calabria e viene sepolto a Capo Vaticano, Ricadi.
È stato uno scrittore, drammaturgo e sceneggiatore italiano.
L’Associazione Culturale Giuseppe Berto nasce agli inizi del 2013 su iniziativa di Cesare De Michelis e Diego Bottacin, insieme a Manuela e Antonia Berto, rispettivamente moglie e figlia dello scrittore veneto.
Manuela, animatrice instancabile, assieme alla figlia, del Premio Berto e di innumerevoli iniziative volte a promuovere la conoscenza dello scrittore, è mancata giovedì 20 febbraio 2020, nella sua casa di Roma a 87 anni.
Il Premio Letterario Giuseppe Berto per un’opera prima di narrativa è sorto nel 1988, su iniziativa di un gruppo di amici ed estimatori, critici illustri come Giancarlo Vigorelli, Michel David, Cesare De Michelis, scrittori come Dante Troisi e Gaetano Tumiati che tra l’altro avevano condiviso con Berto oltre due anni di prigionia in Texas durante la seconda guerra mondiale.
Titolo del libro finalista
Editore:
Titolo del libro finalista
Editore:
Titolo del libro finalista
Editore:
Titolo del libro finalista
Editore:
Titolo del libro finalista
Editore:
“Era meglio un mondo così, che rischiava di esplodere e finire in ogni istante, che un mondo come il mio, dove non accadeva nulla”. Amoresano vive a Napoli, ha trent’anni e non ha ancora trovato il suo posto nel mondo. Le sue giornate passano lente, tra la vita con i genitori, le partite del Napoli, le serate con l’amico Russo e la ricerca di un lavoro. Dopo l’ennesimo, grottesco colloquio, decide di dare fondo ai suoi risparmi e di farla finita. Un giorno, però, incontra una bellissima ragazza e se ne innamora. Questo incontro riaccende i suoi desideri e le sue speranze: vivere, essere felice, scrivere.
A partire dal d-day che ha cambiato la sua vita con una diagnosi definitiva, l’autore ci accompagna indietro nel tempo, all’origine della sua storia, nella periferia in cui è cresciuto, Rozzano – o Rozzangeles –, il Bronx del Sud (di Milano), la terra di origine dei rapper, di Fedez e di Mahmood, il paese dei tossici, degli operai, delle famiglie venute dal Sud per lavori da poveri, dei tamarri, dei delinquenti, della gente seguita dagli assistenti sociali, dove le case sono alveari e gli affitti sono bassi, dove si parla un pidgin di milanese, siciliano e napoletano.
Quando all’ufficio di collocamento le propongono di fare da cameriera e lettrice a un vecchio professore di filosofia che ha perso la vista, Maria Vittoria accetta senza pensarci due volte. Il suo matrimonio sta in piedi “come una capannuccia fatta con gli stuzzicadenti” e tutto, intorno a lei, sembra suggerirle di essere arrivata al capolinea. Il Professore la accoglie nella sua casa piena di vento e di luce e basta poco perché tra i due nasca un rapporto vero, a tratti comico e mordace, a tratti tenero e affettuoso, complice.
Sul limite estremo della città di Palermo, nella più difficile delle periferie di oggi, dieci ragazzi raccontano in prima persona la loro vita, i loro sogni, il loro poco destino. In un avvicendarsi di speranza e rassegnazione ognuno dei personaggi si racconta, con lucidità, senza filtri. Scopriamo così che la crudeltà non è una prerogativa degli adulti, ma un peccato originale che si trasmette di padre in figlio in un continuo gioco dei ruoli, alternando vittime a carnefici.
11 giugno 1994: Lorenzo Moretto, ventenne di buona famiglia che si divide tra lo studio, lo sport e le ragazze, sta pranzando in casa col padre Giovanni in pausa dal lavoro. Sei uomini della guardia di finanza di Milano bussano alla porta, interrompono il pranzo: hanno un mandato di perquisizione e un ordine di custodia cautelare per il padre. Le ipotesi di reato sono molto gravi: frode fiscale, riciclaggio, persino traffico d’armi. Nella notte Giovanni Moretto viene portato in carcere, a San Vittore. Ci resterà sei mesi.
Scopri i vincitori e le opere delle edizioni precedenti del Premio Giuseppe Berto
Il ricordo Cristina Taglietti sul Corriere della S
È Alessandro Della Santunione con Po